Lui suona
In comunità l’inverno scorso, prima che il Covid chiudesse fuori me, gli abbracci e la speranza.
Lui è alto, piccolo uomo che pende un po’ a destra un po’ in avanti, come quei giocattoli con la molla che appena li tocchi oscillano in tutte le direzioni. Ha occhi grandi, talmente chiari che puoi guardarci dentro, ma dentro non vedi niente. Apre la bocca in grandi sorrisi dalle labbra rosa in quella faccia troppo bianca. Fa domande troppo piccole per i suoi dodici anni, troppo piccole per l’aria seria che si dà mentre ti parla. Non mi hanno dato la sua “chiave di lettura” e io non chiedo, non chiedo mai. Non voglio preconcetti nell’avvicinarmi a lui. Riuscirò a scoprirlo se vorrà scoprirsi.